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La Verna – Terrazza |
Potete lasciare solo nel pomeriggio
la Verna alla volta dell'Eremo della Casella. Visitate in mattinata ogni cosa del Santuario: la Basilica con le sue bellissime opere di Andrea Della Robbia, fatte di terracotta invetriata, la materia più semplice e povera che piaceva a Francesco, la cappella delle Stimmate, la cappella della Maddalena, il Sasso Spicco.
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La Verna – Corridoio delle Stimmate |
Siamo all'apice del francescanesimo ed ogni pietra, ogni mattone, ogni muschio, ogni albero della Verna parlano all'anima di chi sa guardare, di chi sa ascoltare. Uscite quindi dalla grande terrazza davanti al Santuario. Passerete sotto un grande portale sul quale c'e' scritto ''Non est in toto sanctior orbe mons'' (non c'è monte piu' santo in tutto il mondo).
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La Verna – Ceramica di Andrea Della Robbia |
Poi si scende verso
La Beccia su una strada chiamata Ansilice. Può essere visitata lungo questa via la Cappella degli Uccelli, eretta dove il poverello, mentre raggiungeva la Verna per la prima volta, fu salutato da una miriade di volatili. L'Ansilice è affiancata dalle stazioni della Via Crucis e porta al borgo della Beccia, dove da un mucchio di tempo sorge un'osteria e dove c'era l'ospizio del 1612, nel quale erano ospitate le donne che per legge non potevano rimanere di notte al Santuario.
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La Verna - Sasso Spicco |
Si raggiunge così
Chiusi della Verna all'altezza del palazzo comunale e del Pastor Angelicus, una grande casa che accoglie i pellegrini che non hanno trovato alloggio su al Santuario. Si scende quindi lungo la strada asfaltata fin sotto la fontana del Campari che è la prima di una serie di fontane pubblicitarie di travertino scolpite da Giuseppe Gronchi all'inizio degli anni 30 dello scorso secolo. Poi lasciate l'asfalto che attraverserete solo una volta più in basso prima d'addentrarvi sul
sentiero 50 ad inerpicarvi in cresta lungo tutta l'
Alpe Catenaia.
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La Verna – Alloggiamenti |
Questo e quello di domani sono fra i tratti più montagnosi dell'intero Girotondo, con il sentiero lontano dalle strade asfaltate, molto più ermo di quello già percorso sull'Alpe della Luna e a livelli più alti del monte Rufeno e della via dei Tarlati che percorreremo più avanti. Nel silenzio assoluto, guardando gli spazi aperti di questo bellissimo cammino, cogliamo la letizia che era nell'anima di San Francesco. Lungo il sentiero ben segnato toccheremo prima il Poggio dell'Assunzione e poi salendo ancora il Poggio dell'Abete. Qui ci immettiamo su una strada carrareccia che sempre in cresta sopra i 1100 metri d'altitudine ci porta in poco tempo all'
Eremo della Casella (1263 mt).
Il romitorio francecano è una costruzione povera e disadorna risalente alla fine del 1400. E' stato costruito dal popolo del sottostante paese di Caprese Michelangelo, terra natale del Buonarroti, per ricordare l'ultimo saluto di Francesco alla Verna, avvenuto su questo poggio, detto Montarcoppio, vicino alla vetta del Monte Foresto. Si tramanda che il santo in persona abbia raccomandato ai suoi fraticelli di costruire l'eremo proprio in quel luogo sacro dal quale si vede sullo sfondo la Verna. Qui Francesco, che alla Verna aveva appena ricevuto le stimmate, esclamò: ''Addio monte di Dio''. Era il 30 settembre del 1224.
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Eremo della Casella |