Con gli etruschi prende il via il primo organico sviluppo insediativo di
San Casciano dei Bagni. La tradizione vuole che sia stato il Lucumone di Chiusi, Porsenna, a fondare le prime strutture per favorire l'uso delle acque termali nel VI secolo a.C.
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San Casciano dei Bagni |
Nascono così quelle 42 sorgenti che in epoca romana saranno conosciute come Fonti Clusinii.
I romani, veri cultori delle terme, si affidarono in modo massiccio alle proprietà curative di queste acque lungo la trafficatissima Via Cassia. Più tardi la strada romana perdette la sua importanza durante le guerre fra bizantini e longobardi, e furono proprio questi ultimi a deviare l’antica consolare più all’interno dei loro domini.
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San Casciano dei Bagni – Terme |
Nacque così la
Via Francigena, la quale passa pochi chilometri ad ovest di San Casciano. Il continuo affluire di gente da tutta Europa per curarsi alle Terme di San Casciano fu ostacolato ma non impedito dalla plurisecolare lotta fra i Comuni di Siena ed Orvieto per il possesso di questi territori.
La presenza di importanti rappresentanti della nobiltà italiana ed europea ebbe come conseguenza quella di arricchire San Casciano dal punto di vista architettonico: si abbelliscono le facciate delle case con portali, cornici ed architravi in travertino, finemente scolpiti. Il Granduca Ferdinando I fa realizzare, nel 1607, sul luogo dove affiora la sorgente della Ficoncella, un portico a testimonianza della fama che queste acque avevano raggiunto. La chiesa parrocchiale che si trova ad ospitare sempre più spesso alti prelati viene elevata al rango di Insigne Collegiata di San Leonardo nel 1618, e da questi viene continuamente arricchita di arredi e reliquie.
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Trevinano |
Lasciamo San Casciano in direzione sud e subito tocchiamo i suoi bagni termali. Il Girotondo prosegue per l'ospizio dove si trovano le vestigia di un antico convento francescano del XV secolo, adibito dal XVI secolo ad ospizio o ospedale gestito dalla Compagnia di S. Antonio.
Questo era luogo di ospitalità e ricovero per i poveri che venivano da fuori per le cure termali.
Seguiamo ancora osservando sotto di noi in lontananza il
Lago di San Casciano, fino a un bivio posto a cinque chilometri dal paese: a destra si va a
Trevinano, grazioso paesino disposto su uno scoglio lungo di roccia, e a sinistra si raggiunge Allerona e Fabro.
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La Monaldesca |
Dalla Toscana siamo entrati nel Lazio: prendendo a sinistra si giunge quasi subito alle case della Monaldesca, punto di entrata nel Parco e Riserva Naturale del
Monte Rufeno. Da qui bisogna prendere la pista ciclabile 'Coppi' a sinistra, in direzione del Poggio Gattuccio, del Macchione, e si giunge alla Foresteria di Vitabbieti, e all'entrata di Marzapalo.
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Monte Rufeno |
Superati in poco più di otto chilometri tutti questi punti lungo un sentiero che attraversa selve protette di querce e cerri, si arriva a costeggiare il
fiume Paglia. Proseguire fino al ponte distrutto nella II Guerra Mondiale e guadare il fiume. Questa è una delle tappe più belle dal punto di vista naturalistico di tutto il Girotondo: la delizia che doveva provare San Francesco nel percorrere in solitudine o accompagnato dai suoi fraticelli posti isolati come questo, che nel '200 dovevano essere la regola, è palpabile nei suoni e nell'ombra di questa grande foresta.
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Monte Rufeno – Fiume Paglia |
Poi si prosegue in salita lungo il Bosco Monumentale del Sasseto, esempio di selva-rifugio secolare, annoverato tra i siti di maggiore interesse naturalistico dell'Italia centrale. Si giunge infine a
Torre Alfina, un'altro dei Borghi più belli d'Italia. E' un incantevole paesino medievale, frazione di Acquapendente, situato in cima ad una collina di origine vulcanica, dove si respira aria buona e pulita.
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Torre Alfina |
L'imponente castello di Torre Alfina che sovrasta il borgo conserva intatto il suo splendore grazie ad accurati lavori di restauro. Alle splendide torri del castello privato si giunge solo attraverso una strada senza uscita e questo lo rende ancora più affascinante, col suo austero profilo che riporta ogni volta alla mente il suo tormentato passato.
Baluardo di Carlo Magno prima e dei Monaldeschi poi, divenne marchesato nel 1881,quando venne acquistato dal marchese Edoardo Cahen che proprio qui volle essere sepolto. Visitate se ne avete il tempo il
Museo del Fiore all'interno del Casale Giardino. Il percorso museale si articola come un racconto che descrive la biologia e l’ecologia del fiore e le sue strette relazioni con il mondo animale, fino ad illustrarne i rapporti con il mondo dell’uomo. Una sezione monografica è dedicata alla tradizione medievale locale dei Pugnaloni, grandi mosaici realizzati con petali di fiori in occasione della festa della Madonna del Fiore, ogni terza domenica di maggio.