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Castiglione del Lago – Mura Merlate |
Si esce da
Castiglione del Lago seguendo la strada asfaltata che va a sinistra verso Chiusi e verso il giro sud del Lago Trasimeno. Dopo un chilometro e 800 metri si gira a destra per Gioiella. Lungo questa strada meno trafficata si giunge alla
Madonna del Vitellino.
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Castiglione del Lago |
L'area che circonda il paesino era lambita dal torrente Pescia, un tempo molto pescoso. Alla pescosità del rio Pescia e alla presenza di fitte macchie da disboscare per avere terreni buoni per l'agricoltura è da far risalire la ragione della presenza dei Santi Andrea e Giuseppe nell'antichissimo affresco del '500 ancora custodito nella Chiesa di Vitellino. Tale affresco è stato portato alla luce nel 1998, la sua storia ci permette di comprendere anche il motivo del toponimo Vitellino.
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Madonna del Vitellino |
L'affresco della Beata Vergine era presente nell'antica edicola che le popolazioni locali fecero erigere prima del XV sec., con l'iscrizione "Giuseppe di Niccolò Vitellano fece fare", da cui la storpiatura in Vitellino. Il dipinto fu poi tagliato nel seicento e posizionato nella nuova chiesa dove, a causa di innumerevoli restauri fatti nel corso degli anni, fu ricoperto da vari strati d'intonaco. Il restauro del 1998 ha quindi riportato alla luce un pezzo importante della storia locale.
Si prosegue per la strada asfaltata e, passati i Poderi Stoppa e La Croce, si prende a sinistra per
Gioiella.
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Gioiella – S.Lorenzo Martire |
Il paese fu certamente un importante centro in epoca etrusca e romana, data l'importanza che rivestiva la sua posizione lungo l'asse viario Chiusi-Cortona. Dopo la decadenza durante il Medioevo, l'abitato fu sede di una ricca tenuta dei Gesuiti e di una casa di campagna del duca Fulvio della Corgna nel periodo rinascimentale.
La Chiesa parrocchiale del paese è intitolata a S. Lorenzo Martire, la cui edificazione è certamente avvenuta in tempi molto antichi, per quel che riguarda almeno la cappella di Santa Lucia, visitata nel 1572 da Mons. Della Rovere. Da Gioiella si prende il cammino del Podere Guidonami per arrivare a Porto che sorge su una collina che divide il lago di Chiusi da quello di Montepulciano, a 313 metri s.l.m. Si trova lungo una delle strade che collegano il territorio umbro con quello toscano.
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Porto – Vista sul Lago di Chiusi |
La frazione di Porto è l'antico centro abitato di Portus Philippi, che sorgeva nei pressi di un altro piccolo centro: Porto Maggiore. Risalgono agli inizi del 1500 i primi documenti che testimoniano l'esistenza di una comunità organizzata nella zona dei due porti con l'esistenza, in località Passo alle Querce, di due dogane, l'una perugina, l'altra toscana.
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Porto – Trattore di Fieno |
Giunti in fondo alla discesa si prende a sinistra lungo il cosiddetto
Sentiero della Bonifica che va da Arezzo a Chiusi Scalo seguendo il Canale Maestro della
Chiana. E' un percorso bellissimo, adatto anche alle biciclette, che tocca, dopo Villa Giulietti, Lo Sbarchino, un imbarcadero con un lungo molo che si spinge nelle acque del
Lago di Chiusi, un'oasi di pace circondata da ridenti colline.
Si prosegue per il Sentiero della Bonifica, passando accanto alla Tomba Etrusca del Granduca, e terminando la via sterrata vicini al ponte che divide le
Torri Béccati Questo e
Béccati Quest'Altro.
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Lago di Chiusi – Sbarchino |
Le strane denominazioni che, ad una prima impressione, potrebbero far pensare di essere state utilizzate in tempi molto recenti, risultano risalire invece al periodo medievale con la costruzione dei due fortilizi militari nel chiaro intento di irridere l'avversario.
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Torri Béccati Questo e Béccati Quest'altro |
La prima torre ad essere costruita è stata quella oggi situata in territorio toscano: intorno al 1279 i Guelfi vittoriosi sulla controparte ghibellina eressero la piccola torre dotandola dello sbeffeggiante nome, simbolo per molti anni del loro dominio sui territori della palude.
Non passerà molto tempo per vedere sorgere poco lontano e per mano Perugina la torre di "béccati quest'altro" nel chiaro intento di riparare all'affronto subito. Non furono in realtà molti gli eventi bellici ai quali le due torri offrirono contributo: ben più costante invece il loro utilizzo come stazioni di gabella, la riscossione cioè dei tributi al tempo necessari al transito.
Si risale quindi sino alla città che, in Toscana, con Volterra divide lo scettro di regina dell'antica Etruria:
Chiusi, che si raggiunge infine passando accanto alle Catacombe di Santa Mustiola e alla Tomba Etrusca del Colle.
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Chiusi – Museo Etrusco |